mercoledì 21 ottobre 2009

Sliding Doors and billboard

Sono appena tornata a Phoenix dopo una velocissima settimana italiana tra Rimini e Bologna...la testa piena di cose a cui pensare a somme da tirare a progetti da iniziare e concretizzare, raccogliendo impressioni delle persone incontrate in questa ultima fiera, ricordando e dimenticando pezzi di questi ultimo viaggio a seconda di cio' che fa piu' comodo, scegliendo chi contattare per rimanere in contatto e che collocare in un angolo del cervello per ritirarlo fuori solo se mi si ripresentera' davanti ad una prossima fiera, someday somewhere.
L'incontro con il contingente brasiliano fa sempre battere il cuore, per qualche ragione piu' o meno nota, e fa sempre tanto piacere vedere che nonostante tutto vengo salutata con ampi sorrisi, la meta' ferita e colpita di quella che gia' dall'inizio era una coppia totalmente scoppiata, e nonostante questa consapevolezza Rimini riporta alla mente quegli occhi e quel sorriso, vagamente, in fondo alla mente, fuggevoli tra gli stands e i tavoli della sala pranzo....
Il contingente USA e' rappresentato dai soliti volti noti e amici, Aldo, Tommaso, Angelo, con cui scambiare impressioni sull'andamento del mercato e con cui pranzare e chiaccherare in autobus, la certezza delle persone che non ti abbandonano mai in un ambiente in cui cambia tutto e non riesci mai a capire bene cosa la gente possa volere da te...
E poi la new entry rappresentata dal contingente spagnolo, con il quale sono venuta inizialmente a contatto alla BIT e in cui mi ritrovo immersa completamente in questa kermesse, data la giovialita' e carineria dei suoi elementi, parte dei quali miei coetanei in un gruppo a volte parecchio piu' vecchio...le risate e il loro modo di fare cosi simile al nostro di italiani mi fanno pensare a come potrei stare io in Spagna, Madrid, Barcelona, Siviglia, piu' vicino a casa come distanza cultura modo di vita, ma con il vantaggio di una situazione politica piu' liberale onesta e limpida di quella che caratterizza l'Italia in questo momento, un bel shit show vero e proprio....chiacchero, rido e scherzo con questi ragazzi e il mio cervello continua a pensare e ad attaccarsi a questa idea di espatrio per qualche minuto ora anche giorni, perche' si sarebbe piu' semlice vendere l'azienda e trovare un buon lavoro da qualche altra parte, in Europa, a casa...poi la razionalita' e la mia poca maturita' prendono il sopravvento e mi rendo conto che sarebbe parecchio impossibile da fare e che per il momento devo ragionare con la testa e non con le emozioni....posso sempre pero' iscrivermi ad un corso di spagnolo e vedere come vanno le cose, che il futuro e' continuo movimento e c'e' sempre qualcosa da fare a cui pensare da aggiustare....Avvocati, curatori finanziari, il babbo e lo zio che arrivano, il bill board con gli obiettivi da preparare e appendere in camera, che servono dai 7 ai 21 giorni di ripetizioni consecutive per combiare un'abitudine o un modo di pensare e io sono arrivata alla conclusione che il mio vada veramente cambiato, una volta per tutte, e non so perche' ma questo sembra davvero il momento migliore per farlo, e allora via di foto ritagli scritte motivanti....whatever it takes...cerco di dormire durante la traversata oceanica Parigi-Atlanta ma proiettano "He is just NOT into you", che volevo vedere da tempo e non posso farne a meno...inutile descrivervi l'illuminazione ottenuta da quelle 2 ore di pellicola, molto piu' efficace delle 2 letture dell'omonimo libro....mi si spalanca un mondo sconosciuto, da sempre udito e sfiorato ma se cui non avevo mai riflettuto...arrivo a casa, continuo a pensarci e sento uno switch strano accendersi nella mia mente: e' tutto vero, tremendamente e tragicamente vero, e noi dobbiamo solo accettarlo per quello che e', punto e basta. "Chiudo baracca e burattini e vado in vacanza", direbbe il caro Steve su suggerimento di Riccardo....la chiudo davvero, reagendo con calma alla mancata telefonata dell'hippie at heart a cui mi ero affezzionata nell'ultimo mese, e smettendo di pensare con dramma e ripensamenti alla notte spagnola....la vita e' un sistema precario si sliding doors, di scelte fatte sull'onda delle emozioni o calcolate con razionalita', ma senza avere mai promessa di successo in nessun caso, semmai maggiori probabilita' di riuscita ma mai il 100%...le mie scelte sono finora un equo 50 e 50 tra emozioni e razionalita', tra piacere e dovere, con qualche rimpianto e qualche sorriso...adesso ho finalmente capito che per quanto riguarda l'altra meta' del cielo, noi abbiamo poco da scegliere, solo da interpretare, sorridere, accettare o declinare, non perdere mai la speranza...CHI TI VUOLE TI CERCA dicevano una volta, adesso si dice che he's just not that into you....questa e' la frase finale del film, che credo ognuna di noi dovrebbe stamparsi nella mente e rileggere ogni giorno...quasi quasi la includo nel mio billboard!Un bacio
"Girls are taught a lot of stuff growing up. If a guy punches you he likes you. Never try to trim your own bangs and someday you will meet a wonderful guy and get your very own happy ending. Every movie we see, Every story we're told implores us to wait for it, the third act twist, the unexpected declaration of love, the exception to the rule. But sometimes we're so focused on finding our happy ending we don't learn how to read the signs. How to tell from the ones who want us and the ones who don't, the ones who will stay and the ones who will leave. And maybe a happy ending doesn't include a guy, maybe... it's you, on your own, picking up the pieces and starting over, freeing yourself up for something better in the future. Maybe the happy ending is... just... moving on. Or maybe the happy ending is this, knowing that after all the unreturned phone calls, broken-hearts, through the blunders and misread signals, through all the pain and embarrassment you never gave up hope"

Nessun commento: