E' una poesia che mi ha spedito la mia mamma appena sono arrivata a Phoenix nell'ottobre 2004, una poesia che ha campeggiato nella mia cucina dopo la rottura con Stefano e di cui mi sono sbarazzata solo in fase di trasloco perche' troppo consumata gialla e rovinata dallo scotch che la teneva appesa al muro...
Adesso non si trova piu' nella mia cucina perche' non c'e' posto e perche' non ne ho piu' voglia, ma oggi mi sono svegliata pensando proprio a quei versi e ho deciso di condividerli in questo post, perche' comunque e' sempre attuale e sempre bella, e perche' anche se diversamente, sono ancora in rinascita:
"Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa
meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la
caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci
crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da
mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che
ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile,
che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come
il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza
o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di
dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che
una storia ti tolga l'aria, che non flirti con
nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri
nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri
come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi
giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi
cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli
con le altre: "Io sto bene così.
Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere,
ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è
passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente
tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro
lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un
momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia,
nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata,
alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato
per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate,
ragazze!
Lacrime e parole.
Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei
metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso
schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia,
a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di
tasselli. Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti
così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un
istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova
forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di
presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della
ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la
prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore
delle tende o dal taglio dei capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo
meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova"
con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo
biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il
cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi.
Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è
la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti..."
E invece questa e' "I'm a bitch", di Meredith Brooks, la colonna sonora della mia estate londinese con la Daniela nel lontano 1997, la canzone che mi e' venuta in mente ieri mattina mentre venivo in ufficio...era da una vita che non l'ascoltavo e mi piace da impazzire, oltre ad essere un urlo femminile a mostrarci per quello che siamo veramente, senza nasconderci o camuffarci....:
http://www.youtube.com/watch?v=lzws55RrIpg
martedì 29 luglio 2008
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3 commenti:
estate 97, quando a trafalgar sentii urlare alle mie spalle:
"Coooooooocccccccoooooooooooo"...
Esatto.... ;)
Sono a Bologn adla 15 agosto al 24, poi formentera una settimana, poi di nuovo Bo fino al 12 settembre...any chance to see you?!
con un po' di culo forse sì, sarò a Bo da mercoledì ma in croazia dal 10 (più o meno) al 25 (più o meno), poi bo fino al 27 quando ritornerò a Madrid.
Per andare a Formentera fai scalo a Barajas? in quel caso alla brutta ci prendiamo un caffè in aereoporto.
A settembre torno in italia sicuramente ma non so ancora quando, magari prima del 12!
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